Nuove metodologie per smascherare i falsi bioshopper

Il nuovo fronte dell’illegalità riguardante gli shopper compostabili consiste nella realizzazione di finti bioshopper contenenti percentuali non consentite di plastica tradizionale (polietilene – PE). La frode è stata messa in luce  da un’indagine effettuata da Legambiente in collaborazione con il CNR di Catania, le quali hanno messo a punto e utilizzato una nuova metodologia di laboratorio con cui analizzare i bioshopper; metodologia che d’ora in poi potrà essere applicata in modo routinario per migliorare la sorveglianza del mercato e ridurre al minimo i fenomeni di illegalità.

Assobioplastiche, l’Associazione Italiana delle Bioplastiche e dei Materiali Biodegradabili e Compostabili, di cui Lavorazione Plastica è socia, si è voluta complimentare per il risultato ottenuto, esprimendo allo stesso tempo preoccupazione riguardo l’ingannevole prassi commerciale che non solo lede Assobioplastiche sia sotto il profilo economico che sotto quello dell’immagine del comparto industriale rappresentato, ma che finisce anche per frodare il consumatore, danneggiare gravemente l’ambiente, la raccolta differenziata dei rifiuti organici e la filiera produttiva della chimica verde.

Anche Lavorazione Plastica vuole complimentarsi con Legambiente e CNR Catania ed esprimere il proprio ringraziamento per questa iniziativa di grande importanza per tutti coloro che hanno a cuore la tutela dell’ambiente e la legalità.

 

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